sabato 25 ottobre 2014

Andrea Mameli intervista Andrea Ferrero solo testo. Oltre le barriere, prima puntata: 18 Giugno 2014

OLTRE LE BARRIERE prima puntata, andata in onda il 18 Giugno 2014 Andrea Mameli intervista Andrea Ferrero
Storie ordinarie per chi le vive e straordinarie per chi le scolta. Una trasmissione ideata e condotta da Andrea Ferrero e Andrea Mameli in onda su Radio X per Cagliari Social Radio.

ANDREA FERRERO: “Benvenuti alla prima puntata di “Oltre le barriere”: il programma che racconta storie ordinarie per chi le vive e storie straordinarie per chi le scolta.
Io sono Andrea Ferrero e qui con me il mio compagno di avventura è Andrea Mameli. Ciao Andrea!”
ANDREA MAMELI: “Ciao! Ciao! Iniziamo con l’intervistarci tra noi, perché siamo andati a sentire diverse persone che vivono le barriere come ostacolo che va superato e vivono queste sfide e persone che aiutano altri a superarle, come istruttori di nuoto e altre persone che sono coinvolte in questo genere di sfida. E partirei proprio da te, Andrea e ti chiederei, visto che ti ho ascoltato spesso in pubblico raccontarti, raccontare la tua esperienza e la tua vita, perché lo fai? Qual è la motivazione che ti spinge a raccontare le tue barriere e il tuo superare le barriere e anche le cose che ti danno più fastidio?”
A.F.: (con tono sicuro, deciso, anche scherzoso, ma convinto e fermo) “Allora, questa è una domanda che mi fanno spesso, diciamo, “perché lo fai?” tipo Masini, diciamo (scherza e ride)… e io credo che sia importante la testimonianza! Cioè, sia importante descrivere e raccontare la disabilità, non come un limite invalicabile, ma come un qualcosa che può essere superato...”
A.M.: “..come nello sport, che se ci si cimenta spesso a superare delle barriere che sono sempre più alte e ci si impone dei limiti e delle sfide personali...”
A.F.: “Bhé, certo.. la disabilità, un po’ ti impone di... io amo dire che la disabilità non è che mi ha costretto a… cioè, che mi ha cambiato la vita, ma mi ha costretto a ripensarla e quindi, ti trovi ogni giorno con nuove sfide…ma credo che sia una cosa un po’ comune dell’uomo, non del disabile.. ecco.. che trovarsi di fronte a situazioni e trovare le alternative o le strategie per superarle...”
A.M.: “Fai qualche esempio?”
A.F.: (si avverte un leggero imbarazzo nel raccontarsi, nel tono della voce, che però si fa via via più sicuro) “..bhè..io, per esempio.. diciamo che faccio attività sportive in piscina, attività sportive in palestra e quindi… insomma, ho bisogno di una persona che mi aiuti e.. comunque,… però, voglio fare questa attività fisica, perché credo che sia importante… è importante anche il lavoro, che io, insomma, grazie a Dio, ho al CRS4 e anche lì, ad un certo punto, ho avuto bisogno di superare delle barriere, perché col computer o con... non riuscivo più a lavorare.. allora, ho dovuto fare dei corsi per “addestrarmi” ad usare il computer colla sintesi vocale e con l’antiphon informatica… e quindi, insomma, nella sfida sta, è insita nell’uomo... altrimenti, non farebbero neanche le olimpiadi, insomma!”
A.M.: “E cosa ha significato per te, in particolare questa sfida da superare? Avresti anche potuto smettere di lavorare e invece, hai chiesto e sei riuscito a continuare...”
A.F.: “(sta pensando, riflettendo..)..diciamo che.. cioè.. penso che sia anche carattere.. però, è importante sempre mettersi in gioco, sempre essere.. come dire, sul pezzo.. e quindi, io ho studiato, sono laureato in economia e commercio, ho iniziato a lavorare e.. così, era.. non dico brutto, però.. comunque, ritirarsi in buon ordine, stare a casa perché sei disabile e non puoi lavorare.. questo non mi sembrava neanche giusto!” A.M.: “E cos’è che ti dà più fastidio in ciò che incontri per la disabilità, che ti ha colpito?”
A.F.: “Bhè, innanzitutto, quando.. “il poverino”, ecco, quando ti dicono: “eh, poverino!”.. poverino.. no! io non sono poverino, cioè io non sono neanche un disabile.. sono una persona con la disabilità, ma anche con un bel… diciamo, con un mondo dentro.. cioè, sono “anche” (il tono è più marcato, per sottolinearlo) disabile… però, questo è importante, ecco, sottolinearlo.. perché altrimenti la testimonianza si trasforma, o comunque, la persona si trasforma in una “brutta cosa” che il pietismo… e io non ne ho bisogno, come tutti gli altri che hanno disabilità… non c’è bisogno di pietismo.. c’è soltanto bisogno di essere aiutati ed estratti per poter superare meglio le difficoltà che la disabilità, inevitabilmente, pone.”
A.M.: “Andrea, ma secondo te, queste nostre conversazioni sulle barriere, interesseranno a qualcuno?”
A.F.: ..“Bho, probabilmente.. forse a mia suocera,.. a mia moglie e di sicuro, ai miei famigliari,.. questi sono i miei fans…(sta ridendo!)”
A.M.: “Ssstss! C’erano i microfoni accesi!”
A.F.: “Oh Oh!(un po’ sorpreso, un po’ consapevole.. )”
A.M.: “Ehmmm!(si schiarisce la voce) Bentornati a “Oltre le barriere”, il programma che racconta storie ordinarie per chi le vive e straordinarie per chi le ascolta e anche per noi che le abbiamo poste, queste domande… ma adesso io ne pongo una ad Andrea Ferrero.. cosa ti ha insegnato perdere la vista?”
A.F.: “..eh, questa è una domanda da cento milioni di dollari! (inizia con tono scherzoso e poi si fa più riflessivo e sempre più sicuro).. cosa mi ha insegnato?.. sicuramente, a percepire il mondo attraverso gli altri sensi… quindi, a dare più importanza o comunque, a dare importanza anche ad altri, agli altri canali sensoriali per conoscere la realtà… poi, probabilmente, anche.. come dire, non vedere ti dà anche la possibilità di.. di percepire il cuore delle persone, cioè capire un pò se sono.. vere, se sono false, se sono bugie o.. niente, insomma.. quindi non… molti proverbi dicono “non è l’abito che fa il monaco”... insomma, sono legati molto alla vista!... e io invece penso che non… non vedendo, uno riesca anche a percepire altre cose che la vista “traditrice” un po’ ti fa…insomma, non ti fa vedere bene, ecco... io.. “
A.M.: “Secondo me, insegnano molto queste considerazioni,… almeno, a me hanno insegnato qualcosa e forse quel minimo di utile che potrebbe esserci in questa trasmissione, è proprio quello di raccontare queste osservazioni..”
A.F.: “Si, esatto! E paradossalmente, più perdo la vista, perché la mia è una malattia degenerativa progressiva e, ahimè, oggi incurabile… più perdo la vista, più penso di riuscire invece a vedere il mondo, a vedere gli altri, a vedere il “cuore” del prossimo… poi, certo.. fregature ne ho prese anch’io, nonostante questa cosa (ride)… però, sicuramente, la vista è un senso che è un po’ sopravalutato…ecco, diciamo… poi, oggi che viviamo in un ambiente dove siamo sommersi dalle immagini, il fatto di non vedere, penso che sia un punto di forza e non una debolezza!”
A.M. “Un elemento che aiuta è sicuramente l’utilizzo di tecnologie che ti possono agevolare e far superare delle difficoltà e rendere accessibile ciò che non lo è!”.
A.F.: “Bhè, sicuramente questo sì, però devi avere anche una persona che ti aiuta a comprenderle ed ad utilizzarle, perché molto spesso le cose sono accessibili, per esempio i siti internet sono accessibili, ma non sono usabili... e poi, oggi, va un sacco questa cosa che tutto è “touch”: allora, compri la caldaia e c’hai il touch anche nella caldaia.. e quindi, quando fai questo genere di acquisti di qualunque tipo, devi sempre fare la valutazione se quell’oggetto, se quell’elettrodomestico, quel telefonino o quel computer è accessibile oppure no e soprattutto se è usabile, oppure no...”
A.M.: “Prima ti ho chiesto cosa ti dà più fastidio, ora invece ti chiedo, cosa ti dà meno fastidio?… per esempio, tu mi hai insegnato che dirti “ci vediamo dopo” non ti crea nessun problema….”
A.F.: “Bhè sai, Andrea, il problema è molto semplice: allora, chi non sente, non gli devi dire “ci sentiamo”? a chi è su una sedia a ruote non gli devi dire.. per esempio “facciamo quattro passi”? a uno amputato delle gambe non gli puoi dire “bhe, sei un ragazzo in gamba!”?...a me, non potresti dire “ci vediamo”?.. bisogna anche superare queste cose… bisogna.. a me hanno criticato una volta perché ho detto “ho visto la partita del Cagliari!”… “eh, no! ma non lo puoi dire Andrea, perché tu sei disabile visivo e quindi non,.. no, non scriverlo su facebook, perché non si….meglio di no! Perché c’è gente cattiva che poi potrebbe chissà pensare che.. che cosa?”
A.M.: “che sei falso? Che non sei...”
A.F.: “..eh, si!... quindi, insomma, alla fine dobbiamo anche superare queste cose e.. cercare di… insomma perché poi, parliamo in italiano…ecco in italiano si dice “guardare la partita, fare quattro passi, ci sentiamo, ci vediamo…” e quindi,.. questo è importante, ecco...”
A.M.: “Quindi, superare anche delle barriere lessicali---?”
A.F.: “Soprattutto le barriere mentali! Perché, chiaramente, avendo a che fare con la disabilità, molto è paura e pregiudizio.. quindi, queste sono le prime barriere che, secondo me, devono essere superate!” A.M.: “Grazie Andrea Ferrero!”
A.F.: “Grazie a te, super Mameli! (ride e scherza).. però poi, Andrea, mi dovevi fare una domanda: “cosa mi faceva veramente incavolare?..
A.M: “..mmmh!(con tono divertito, scherzoso e consapevole che è un tasto importante per l’altro Andrea..).. cosa ti fa veramente arrabbiare?”
A.F.: “Incazzare? (tono provocatorio).. quando mi trattano da handicappato... quello, mi fa veramente molto, molto, molto incavolare! (anche il tono si fa più carico e fermo, si percepisce che sta parlando di qualcosa molto importante) Cioè quando percepisci negli altri che… cioè, dietro la domanda c’è curiosità morbosa oppure c’è proprio questo… sentire, farti sentire handicappato… ecco, questo mi dà veramente molto molto fastidio.. perché poi si percepisce… è inutile che la gente si mascheri col buonismo... però, alle volte si sente proprio questo “essere trattati da disabili”! E questo non va bene, perché noi siamo persone che comunque hanno dei problemi, però comunque, sempre e sempre persone!”
A.M.: “E poi, forse c’è qualcos’altro che invece vorresti... farti chiedere? (stanno scherzando tra loro!)” A.F.: (ridendo)“..bhe, no, vabbhè così…ci facciamo le domande?!.. no, volevo soltanto sapere questo.. cioè, perché siamo... diciamo.. abbiamo sentito delle persone che hanno delle disabilità e le vogliono superare… ecco, qual è il senso, secondo te, di questa trasmissione che si chiama “Oltre le barriere?”
A.M.: “Sicuramente il senso principale è raccontare delle esperienze, perché a volte manca anche la conoscenza di informazione di base.. e in più c’è anche la questione legata alle emozioni, che non sono mai da trascurare e da nascondere.. perché le emozioni portano anche la vicinanza ai ragionamenti e alla vicinanza alle altre persone..”
A.F.: “Se noi, poi, abbiamo comunque avuto delle testimonianze.. abbiamo trovato sempre delle persone comunque desiderose di raccontare, di raccontarsi e.. insomma, sempre contente di poter condividere con noi, e quindi con voi, le loro esperienze e le loro testimonianze.
Siamo contenti io e Andrea che.. insomma, che molti di voi potranno seguirci in questo viaggio per cercare di abbattere tutte le barriere che si frappongono tra noi e il mondo.”
A.M.: “E attendiamo anche consigli, suggerimenti e perché no, anche critiche! Da Andrea Mameli e..” A.F.: “Andrea Ferrero..”
A.M. e A.F. “grazie per averci ascoltato! Un caro saluto e alla prossima! Ciao ciao!”
Questa puntata si chiude qui.
“Oltre le barriere” è una trasmissione ideata e condotta da Andrea Ferrero e Andrea Mameli per Radio X Cagliari Social Radio.
Per suggerimenti e proposte scriveteci a oltrelebarriere@radiox.it. I podcast li trovate nel sito www.radiox.it.

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