sabato 25 ottobre 2014

Intervista a Vittorio Sanna solo testo. Oltre le barriere, terza puntata: 2 Luglio 2014

OLTRE LE BARRIERE terza puntata, andata in onda il 2 Luglio 2014 Andrea Ferrero e Andrea Mameli intervistano Vittorio Sanna
Storie ordinarie per chi le vive e straordinarie per chi le scolta. Una trasmissione ideata e condotta da Andrea Ferrero e Andrea Mameli in onda su Radio X per Cagliari Social Radio.
Da sinistra: Andrea Ferrero, Vittorio Sanna, Andrea Mameli (Luglio 2014)

(finisce la musica e inizia l’intervista a Vittorio Sanna)
ANDREA MAMELI: “Benvenuti a “Oltre le barriere”, il programma che racconta storie ordinarie per chi le vive e straordinarie per chi le ascolta.
Oggi siamo andati a sentire Vittorio Sanna, una persona che sa stare dietro il microfono. Come l’abbiamo sentito e perché Andrea?”
ANDREA FERRERO: “Bhè, l’abbiamo sentito perché lui descrive o racconta un evento sportivo attraverso la radio, quindi.. che è uno strumento diverso rispetto la televisione, quindi, lui deve trasmettere, non solo descrivere, magari anche trasmettere tutte le emozioni! (sorridendo) Ricordo la mischia furibonda di.. di Corda! (anche Andrea Mameli condivide il sorriso di Andrea e conosce il fatto di cui stanno parlando)… e quindi ognuno c’ha il suo stile.. quindi, ci interessava capire un po’ quali fossero i meccanismi per descrivere l’evento sportivo e trasmettere, quindi, le emozioni e tante altre cose attraverso la radio e attraverso solo la voce.”
A.M.: “Bene! Andiamo a sentire l’intervista a Vittorio Sanna!”
A.F.: “Ti sei mai reso conto che quando descrivi le partite.. insomma, essendo alla radio, tutti sono come se fossero non vedenti?”
V.S.: (parla col tono della voce sicuro, chiaro, preciso, vivace, non artificiale, né studiato) “Non pensavo ai non vedenti nel.. in senso di ipovedenti, a livello di persone.. la consapevolezza del fatto che parli è senza che le persone percepiscano… il video, insomma le immagini concrete… chiaramente sì, io credo che qualsiasi radio-cronista non possa intraprendere una radio-cronaca se non è consapevole del fatto che chi sta ad ascoltare non vede la partita! E si deve porre come obiettivo quello di tentare di costruire anche la scena in cui si svolge. E quindi, la scena, il movimento, il... il luogo, il contesto in cui tutto poi si muove! Chiaro che poi, questa deve essere una consapevolezza. Poi, ho scoperto pian piano che questa consapevolezza che chiaramente è rivolta a tutti, che stavi raccontando, per chi non ha la possibilità in quel momento di vedere, nello specifico, per i non vedenti è una risorsa straordinaria! Questo già da parecchi anni… la prima volta mi capitò a Roma… con un ipovedente di Santadi, in aeroporto, che, nel sentire la mia voce, perché, chiaramente, non mi vedeva, mi si è rivolto in un contesto che non era neanche stato, quindi… mi ha riconosciuto in un ambiente, che, se vogliamo,.. non consueto, dicendomi: “Tu sei Vittorio Sanna, quello che ogni domenica mi fa vedere la partita!”.. lì, ho acquisito anche una consapevolezza diversa, se vogliamo, legata socialmente a quello che è il problema degli ipovedenti.”
A.M..: “Io vorrei aggiungere una domanda relativa alla responsabilità che ha questo lavoro, questa capacità di trasferire sul verbale, sulla descrizione a parole ciò che si vede, cioè la responsabilità di aggiungere anche delle emozioni nel descrivere l’agonismo, nel descrivere la tattica, ciò che sta accadendo sul campo e anche la responsabilità di fare anche considerazioni, come critiche o altro, in cui io ascoltandoti mi sono accorto che anche hai un cambio di tono di voce e si riesce anche a decodificare una serie di messaggi che vanno oltre il testo scritto e l’immagine visiva.”
V.S.: “Mah, intanto, quando sei appassionato, trasmettere le emozioni non è complicato.. forse è più difficile contenere le emozioni! Evitare di farti prendere troppo, perché hai comunque un senso di responsabilità anche di carattere educativo… a me è capitato di farmi prendere troppo ed di esagerare anche nel.. nel manifestare le mie emozioni personali che forse non.. non era il caso che venissero manifestate così, c’ ho riflettuto in un secondo momento, questo senza dubbio! Però contemporaneamente, esiste anche.. un dovere, di tipo professionale, indipendentemente dal calcio, indipendentemente dal caso specifico, cioè dalla mia passione per il calcio, c’è un altro aspetto, che comunque tu hai il tuo linguaggio a disposizione, hai una voce a diposizione per poter raccontare le cose, perché quello è il tuo strumento, e questa voce la devi utilizzare per.. in tutte le sue possibili variabili, con l’aumento del tono, con l’aumento della velocità. A.. a tutto corrisponde un.. un linguaggio, un alfabeto: l’aumento della velocità abitualmente significa che si sta intensificando l’azione e ti stai avvicinando all’obiettivo, all’emozione stessa; l’aumento del tono, pure. Quindi, sono due aspetti che devi assolutamente.. utilizzare, nel.. in modo corretto: non puoi tenere sempre lo stesso ritmo per tutta la partita, se vuoi raccontarla per bene, e non puoi mantenere lo stesso tono della partita per.. lo stesso tono, per tutta la partita, se vuoi effettivamente trasmettere emozioni! Io credo che queste due cose vadano disciplinate! Quello che urla per tutta la partita o quello che fa credere sempre che ci sia un azione che sta per… secondo me, non sta facendo una corretta comunicazione!”
A.F.: (ridendo e scherzando.. sembra che durante lo stacco musicale abbiano continuato a chiacchierare tra loro)“Ho sempre paura che ti scappi qualche parolaccia in diretta!.. eh! preso dalla foga!”
V.S.: (ridendo.. ma poi ,riflettendo si fa più serio e deciso)“No, questo no,.. forse anche perché nel… quotidianamente non è che sia propenso ad utilizzare facilmente la parolaccia… però.. altre volte, sono andato giù pesante nei giudizi.. cioè senza dubbio e.. di questo me ne accorgo.. e talvolta, ripeto, ho esagerato e forse dovevo anche contenere!.. però, questo… questo è un condizionamento che esiste nel momento in cui te ne occupi ogni giorno e quando quel senso di responsabilità, di cui stavate parlando, lo senti forte… io sento nel… col passare degli anni, ho incontrato tante persone che amano il Cagliari, che del calcio non ne fanno solamente una questione esclusivamente sportiva, ma ne fanno una questione anche sociale di.. di affermazione, di riscatto,.. d’ orgoglio, di dignità, se vogliamo di.. ehh, soprattutto quando hai a che fare cogli immigrati, d’identità e quindi,.. nel momento in cui viene maltrattato il Cagliari.. faccio un po’ il paladino!.. Che molte volte deve ricorrere anche alle armi affilate e non solamente… insomma, la diplomazia.” A.M.: “Io, ho un ultima domanda per Vittorio Sanna, seguendolo su Facebook, mi sono accorto che è anche appassionato.. di Sardegna, di.. di cultura della Sardegna, di archeologia… e vorrei chiedergli se andando a vedere i “giganti di Mont’e Prama”, la statuaria così imponente che abbiamo del periodo nuragico, ha trovato qualche ipotetico collegamento collo sport, come mitologia dello sport, rispetto a quella che troviamo nel.. nei reperti archeologici così belli?”
V.S.: “Io, giusto lunedì, mi sono arrabbiato tantissimo per la prova del Cagliari.. son intervenuto a Radiolina e sono andato giù.. giù pesante! Perché, comunque sia, credo che.. che il calcio, il calciatori del Cagliari, per molti rappresentino, lo ripeto, l’affermazione, comunque.. di una dignità di un popolo… quindi l’esempio che deve.. che devono dare questi eroi, che possiamo rendere simili ai Giganti di Mont’e Prama, che, in alcuni casi, sono anche.. erano dei guerrieri, in larga parte, i pugilatori, erano dei guerrieri, non lo facevano per sport,.. anche se poi probabilmente hanno ispirato anche, successivamente, quelle che sono le figure greche delle Olimpiadi, del.. del.. dell’identità rappresentata anche.. nelle gare sportive,.. credo che i calciatori, oggi, li possiamo paragonare a questi eroi celebrati ed, essendo eroi celebrati, devono avere dentro di loro quello spirito, che deve essere poi uno spirito metaforico capace di rappresentare nel dettaglio la Sardegna!.. quindi, possiamo anche perdere, ma dobbiamo perdere lottando! Possiamo anche andare a non vincere, ma dobbiamo, comunque, tentare di affermare la nostra identità! Il Cagliari di domenica, o meglio di martedì, è stato un Cagliari che, invece, è andato, a mio giudizio, colle orecchie basse, rassegnato e superficiale! Non rappresentava, assolutamente, gli eroi del calcio e quindi, non penso che siano neanche minimamente avvicinabili alle statue di Mont’e Prama!”(ridendo)
A.F.: “È andato in gita turistica a Napoli? (scherza e ride in modo provocatorio alludendo a una partita persa dal Cagliari qualche giorno prima)”
A.M.: “Ringraziamo Vittorio Sanna e continuiamo colla nostra trasmissione “Oltre le barriere”! ciao da Andrea Mameli...”
A.F.: “.. e Andrea Ferrero!”

Questa puntata si chiude qui. “Oltre le barriere” è una trasmissione ideata e condotta da Andrea Ferrero e Andrea Mameli per Radio X Cagliari Social Radio.
Per suggerimenti e proposte scriveteci a oltrelebarriere@radiox.it. I podcast li trovate nel sito www.radiox.it. (segue altra musica e si conclude)

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