Storie ordinarie per chi le vive e straordinarie per chi le scolta. Una trasmissione ideata e condotta da Andrea Ferrero e Andrea Mameli in onda su Radio X per Cagliari Social Radio.
ANDREA
MAMELI: “Benvenuti a “Oltre le barriere”, il programma di Radio
X che racconta storie ordinarie per chi le vive e straordinarie per
chi le ascolta! Oggi, siamo andati a sentire qualcuno che aiuta a
superare le barriere attraverso la radio. Chi siamo andati a sentire,
Andrea?”
ANDREA
FERRERO: “..mmh, qui, giochiamo in casa! Abbiamo sentito Vito
Biolchini?”
A.M.:
“Vito Biolchini, giornalista da tanti anni. E soprattutto,
giornalista radiofonico, sa e ragiona sul come può essere utile la
radio per chi non riesce ad immaginarsi un mondo visivo e non può
immaginarlo perché non lo vede.”
A.F.
“Bhe, perché comunque la radio impone a chi s.. a chi racconta la
realtà, di pensare che gli altri non vedano e, quindi deve
descrivere la realtà!”
A.M.:
“Ottimo! Andiamo colla prima domanda!”
A.F.:
“Ok!”
(breve
stacco musicale)
A.F.:
“Ciao Vito! Volevo chiederti questa cosa: come si descrive la
realtà attraverso la.. la radio?”
VITO
BIOLCHINI: (voce
pacata, serena e sicura)
“Mah, io penso che lo strumento più importante sia quello delle
emozioni! La mia.. convinzione è che in radio si possono dire meno
bugie che in televisione o sui giornali.. perché non avendo molti
codici da decifrare.. sai, in un giornale, una notizia la trovi in
una determinata posizione, con un determinato titolo, ogni notizia
dialoga con le altre notizie! E in televisione, ci sono tanti
elementi da valutare. Invece, in radio, ce ne sono sempre tanti, ma
c’è, soprattutto, la voce di chi parla e quindi.. quello è un
fattore di autenticità, di verità! ..e.. ed è facile capire se
alla radio qualcuno.. non dico, dice bugie.. se è autentico oppure
no! La radio è lo strumento dell’autenticità! E le persone, dalla
voce, riconoscono se una persona è vera oppure se ipocrita, falsa,..
se è ambigua!”
A.F.:
“..è un po’ come per i disabili visivi, insomma! Che si
relazionano sempre con le persone, con la realtà solo dalla voce,
solo dalle sensazioni?..”
V.B.:
“Si, per noi che facciamo radio questo è fondamentale! È l’unico
strumento che abbiamo per rendere.. ciò che diciamo veritiero.. poi,
chiaramente, le nostre opinioni possono essere opinabili, insomma..
si può essere d’accordo o meno con quello che diciamo. Però, io
penso che dalla voce ci si renda conto se.. chi sta parlando ci sta
prendendo in giro oppure no.. alla radio, più che alla televisione,
nei giornali o su internet!”
A.F.:
“ (con voce lenta,
sta riflettendo mentre parla)..e
quindi, se la radio è come una sorta di macchina della verità, tu,
poi, ti trovi anche a.. a dover.. immaginare dei.. degli scenari da
descrivere che a volte si discostano anche dalla realtà, perché c’è
bisogno anche di fantasia, di trasferire la fantasia, anche per
alimentare le emozioni?..”
V.B.:
“Si! Anche se devo essere sincero: ormai, faccio radio da..
vent’anni quasi, quindi.. dovrei tornare ai primi tempi e capire
quali difficoltà trovavo per.. raccontare alla radio ciò che fino
ad allora avevo raccontato con le parole. Chiaramente, ci sono
situazioni delle quali è importante creare un contesto e creare
immagini. In questo, probabilmente, io sono stato aiutato più da una
esperienza.. dall’esperienza teatrale che ho avuto per tanti anni
e, avendo lavorato in teatro e avendo scritto per il teatro e..
quindi, soprattutto, avendo soprattutto compreso l’importanza del
ritmo alla radio.. (piccola
pausa, mentre sta raccogliendo i ricordi che riaffiorano e acquista
sempre più velocità e sicurezza)
meno per quanto mi riguarda delle immagini, anche se poi mi rendo
conto che le uso spesso, le immagini, le metafore, ma.. ragioniamo e
sempre comunichiamo per metafore. Però, il tono della voce, il
ritmo.. quello, secondo me, è un altro elemento che caratterizza
molto e aiuta molto la comunicazione in radio.. e su quello
l’esperienza teatrale mi ha.. mi ha formato, mi ha aiutato!”
A.M.:
“Come per il teatro, si può dire che a volte descrive la realtà,
anche se attraverso la finzione scenica, quasi meglio della cronaca,
in qualche modo?”
V.B.:
“Si, ci sono dei momenti in cui l’invenzione, il paradosso, la
metafora.. funzionano meglio… funzionano meglio, spiegano..
spiegano più cose, spiegano con maggior immediatezza.. chiaramente
bisogna stabilire un codice condiviso con gli ascoltatori.. se penso
a “Buon giorno Cagliari” chiaramente siamo in un contesto
condiviso, in cui la gente sa che ciò che noi diciamo può voler
dire quello e il suo contrario.. (risata)
e non è semplice! È più facile capirlo ascoltando la trasmissione
che non spiegarlo! Però effettivamente, è così! Noi portiamo gli
ascoltatori.. come a dire, “a spasso” tra i territori della… in
più contesti! E giochiamo con loro e.. giochiamo con loro….e
questo in radio è sempre molto bello!”
(parte
della musica di intervallo che dura qualche minuto e poi riprende
l’intervista)
A.F.:
“Secondo te, la radio è lo strumento migliore per descrivere la
disabilità?
V.B.:
“Non saprei questo, perché anche la radio…scusate (si
corregge), anche la
televisione ha delle potenzialità enormi che forse ancora non sono
state del tutto sperimentate o messe al servizio della comunicazione
sociale. Io da due anni faccio una trasmissione che si occupa di
volontariato, di solidarietà.. e anche di disabilità. E mi son
trovato a dover parlare di temi che non conoscevo… e se penso un
po’ a cosa.. a come mi sono rapportato a.. a questi.. a questi
temi.. io penso di essere… penso che tutti noi, oggi, siamo.. un
po’ disabili! Sia perché il concetto di disabilità è cambiato..
è venuto allo scoperto ed è condiviso. La disabilità non è più
qualcosa che va nascosta, così .. così come avveniva tanti anni fa.
Quando io ero… ero ragazzino.. insomma, di disabili se ne vedevano
pochi, perché non li facevano uscire di casa! Questa è la verità!
E poi, perché, anche noi,.. nel corso della vita, ci scopriamo…
scopriamo delle.. dei nostri lati.. di fragilità emotiva, oppure,
sopraggiungono malattie, patologie.. io ho scoperto sei mesi fa di
avere la celiachia, ad esempio ! certo, non è una cosa gravissima,
bisogna organizzarsi.. però certamente questo mi ha aiutato a
mettermi nei panni degli altri.. oppure, anche altre situazioni.. più
personali, ma molto comuni, quando, per esempio, ci si separa,
finisce un matrimonio.. si entra in una dimensione che anche quella,
per certi aspetti, può essere definita di “disabilità”,..
perché un cambiamento traumatico, con i quali bisogna fare i conti,
le relazioni sociali cambiano .. cambiano tanti rapporti… quindi,
secondo me ci sono molti più disabili in giro che non, che non si
pensi.. disabili emotivi, tantissimi… e quindi, forse partendo da
questo... da questo approccio ci si può avvicinare ad un tipo di
disabilità più dichiarata, più manifesta, ma che non è nella
sostanza molto diversa da quella che poi tutti noi siamo chiamati ad
affrontare nel corso della vita, insomma… perché poi la vita
cambia.. cambia le nostre esistenze, succedono tante cose e anche
noi, poi, ripeto ci troviamo ad avere a che fare con situazioni che
non avevamo preventivato e quindi, questo secondo me, a partire dalla
propria esperienza può essere sempre un modo per capire gli altri!”
A.M.:
“Io aggiungo che può essere molto importante,.. lo è stato per
me, nella mia esperienza personale, ascoltare i racconti di chi ha
affrontato delle difficoltà, tutti noi affrontiamo delle difficoltà,
c’è chi affronta delle difficoltà particolarmente importanti in
quei casi si scoprono delle cose, si manifestano anche dei
comportamenti che non ci aspettiamo… quindi, comunicare, raccontare
anche attraverso la radio potrebbe essere importante da questo punto
di vista.”
V.B.: “ Si, perché trasmette
esperienza, trasmette emozioni e.. è sempre sai, condividere alcune
situazioni con altri, sapere che anche qualcun altro ha vissuto la
nostra esperienza, un esperienza simile alla nostra.. sai, poi quando
hai a che fare con dei disabili che veramente hanno affrontato prove
della vita importante, allora questo.. già ridimensiona tutto,
rimette in ordine una, una scala di valori, una gerarchia nostra
personale.. allora, il confronto è sempre utile e anche per, per
capire, capire dove siamo e con chi, con chi ci relazioniamo e quali
devono essere i giusti, i giusti rapporti. Il.. per questo che chi ha
la disabilità, la disabilità deve essere evidente nella nostra
società a differenza di quanto avveniva prima che invece era
nascosta.. più è evidente, più i disabili sono una risorsa per
noi!”
MUSICA
CONCLUSIVA
(si
conclude con la musica allegra dell’apertura)
(voce
digitale che saluta e invita a contribuire liberamente con
suggerimenti e proposte scrivendo al sito della trasmissione)
Questa
puntata si chiude qui.
“Oltre
le barriere” è una trasmissione ideata e condotta da Andrea
Ferrero e Andrea Mameli per Radio X Cagliari Social Radio.
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