martedì 18 novembre 2014

Andrea Ferrero e Andrea Mameli intervistano Vito Biolchini [versione testuale] Radio X, 16 Giugno 2014

Radio X, 16 Giugno 2014, Andrea Ferrero e Andrea Mameli intervistano Vito Biolchini 
Storie ordinarie per chi le vive e straordinarie per chi le scolta. Una trasmissione ideata e condotta da Andrea Ferrero e Andrea Mameli in onda su Radio X per Cagliari Social Radio.



ANDREA MAMELI: “Benvenuti a “Oltre le barriere”, il programma di Radio X che racconta storie ordinarie per chi le vive e straordinarie per chi le ascolta! Oggi, siamo andati a sentire qualcuno che aiuta a superare le barriere attraverso la radio. Chi siamo andati a sentire, Andrea?”
ANDREA FERRERO: “..mmh, qui, giochiamo in casa! Abbiamo sentito Vito Biolchini?”
A.M.: “Vito Biolchini, giornalista da tanti anni. E soprattutto, giornalista radiofonico, sa e ragiona sul come può essere utile la radio per chi non riesce ad immaginarsi un mondo visivo e non può immaginarlo perché non lo vede.”
A.F. “Bhe, perché comunque la radio impone a chi s.. a chi racconta la realtà, di pensare che gli altri non vedano e, quindi deve descrivere la realtà!”
A.M.: “Ottimo! Andiamo colla prima domanda!”
A.F.: “Ok!”
(breve stacco musicale)
A.F.: “Ciao Vito! Volevo chiederti questa cosa: come si descrive la realtà attraverso la.. la radio?”
VITO BIOLCHINI: (voce pacata, serena e sicura) “Mah, io penso che lo strumento più importante sia quello delle emozioni! La mia.. convinzione è che in radio si possono dire meno bugie che in televisione o sui giornali.. perché non avendo molti codici da decifrare.. sai, in un giornale, una notizia la trovi in una determinata posizione, con un determinato titolo, ogni notizia dialoga con le altre notizie! E in televisione, ci sono tanti elementi da valutare. Invece, in radio, ce ne sono sempre tanti, ma c’è, soprattutto, la voce di chi parla e quindi.. quello è un fattore di autenticità, di verità! ..e.. ed è facile capire se alla radio qualcuno.. non dico, dice bugie.. se è autentico oppure no! La radio è lo strumento dell’autenticità! E le persone, dalla voce, riconoscono se una persona è vera oppure se ipocrita, falsa,.. se è ambigua!”
A.F.: “..è un po’ come per i disabili visivi, insomma! Che si relazionano sempre con le persone, con la realtà solo dalla voce, solo dalle sensazioni?..”
V.B.: “Si, per noi che facciamo radio questo è fondamentale! È l’unico strumento che abbiamo per rendere.. ciò che diciamo veritiero.. poi, chiaramente, le nostre opinioni possono essere opinabili, insomma.. si può essere d’accordo o meno con quello che diciamo. Però, io penso che dalla voce ci si renda conto se.. chi sta parlando ci sta prendendo in giro oppure no.. alla radio, più che alla televisione, nei giornali o su internet!”
A.F.: “ (con voce lenta, sta riflettendo mentre parla)..e quindi, se la radio è come una sorta di macchina della verità, tu, poi, ti trovi anche a.. a dover.. immaginare dei.. degli scenari da descrivere che a volte si discostano anche dalla realtà, perché c’è bisogno anche di fantasia, di trasferire la fantasia, anche per alimentare le emozioni?..”
V.B.: “Si! Anche se devo essere sincero: ormai, faccio radio da.. vent’anni quasi, quindi.. dovrei tornare ai primi tempi e capire quali difficoltà trovavo per.. raccontare alla radio ciò che fino ad allora avevo raccontato con le parole. Chiaramente, ci sono situazioni delle quali è importante creare un contesto e creare immagini. In questo, probabilmente, io sono stato aiutato più da una esperienza.. dall’esperienza teatrale che ho avuto per tanti anni e, avendo lavorato in teatro e avendo scritto per il teatro e.. quindi, soprattutto, avendo soprattutto compreso l’importanza del ritmo alla radio.. (piccola pausa, mentre sta raccogliendo i ricordi che riaffiorano e acquista sempre più velocità e sicurezza) meno per quanto mi riguarda delle immagini, anche se poi mi rendo conto che le uso spesso, le immagini, le metafore, ma.. ragioniamo e sempre comunichiamo per metafore. Però, il tono della voce, il ritmo.. quello, secondo me, è un altro elemento che caratterizza molto e aiuta molto la comunicazione in radio.. e su quello l’esperienza teatrale mi ha.. mi ha formato, mi ha aiutato!”
A.M.: “Come per il teatro, si può dire che a volte descrive la realtà, anche se attraverso la finzione scenica, quasi meglio della cronaca, in qualche modo?”
V.B.: “Si, ci sono dei momenti in cui l’invenzione, il paradosso, la metafora.. funzionano meglio… funzionano meglio, spiegano.. spiegano più cose, spiegano con maggior immediatezza.. chiaramente bisogna stabilire un codice condiviso con gli ascoltatori.. se penso a “Buon giorno Cagliari” chiaramente siamo in un contesto condiviso, in cui la gente sa che ciò che noi diciamo può voler dire quello e il suo contrario.. (risata) e non è semplice! È più facile capirlo ascoltando la trasmissione che non spiegarlo! Però effettivamente, è così! Noi portiamo gli ascoltatori.. come a dire, “a spasso” tra i territori della… in più contesti! E giochiamo con loro e.. giochiamo con loro….e questo in radio è sempre molto bello!”
(parte della musica di intervallo che dura qualche minuto e poi riprende l’intervista)
A.F.: “Secondo te, la radio è lo strumento migliore per descrivere la disabilità?


V.B.: “Non saprei questo, perché anche la radio…scusate (si corregge), anche la televisione ha delle potenzialità enormi che forse ancora non sono state del tutto sperimentate o messe al servizio della comunicazione sociale. Io da due anni faccio una trasmissione che si occupa di volontariato, di solidarietà.. e anche di disabilità. E mi son trovato a dover parlare di temi che non conoscevo… e se penso un po’ a cosa.. a come mi sono rapportato a.. a questi.. a questi temi.. io penso di essere… penso che tutti noi, oggi, siamo.. un po’ disabili! Sia perché il concetto di disabilità è cambiato.. è venuto allo scoperto ed è condiviso. La disabilità non è più qualcosa che va nascosta, così .. così come avveniva tanti anni fa. Quando io ero… ero ragazzino.. insomma, di disabili se ne vedevano pochi, perché non li facevano uscire di casa! Questa è la verità! E poi, perché, anche noi,.. nel corso della vita, ci scopriamo… scopriamo delle.. dei nostri lati.. di fragilità emotiva, oppure, sopraggiungono malattie, patologie.. io ho scoperto sei mesi fa di avere la celiachia, ad esempio ! certo, non è una cosa gravissima, bisogna organizzarsi.. però certamente questo mi ha aiutato a mettermi nei panni degli altri.. oppure, anche altre situazioni.. più personali, ma molto comuni, quando, per esempio, ci si separa, finisce un matrimonio.. si entra in una dimensione che anche quella, per certi aspetti, può essere definita di “disabilità”,.. perché un cambiamento traumatico, con i quali bisogna fare i conti, le relazioni sociali cambiano .. cambiano tanti rapporti… quindi, secondo me ci sono molti più disabili in giro che non, che non si pensi.. disabili emotivi, tantissimi… e quindi, forse partendo da questo... da questo approccio ci si può avvicinare ad un tipo di disabilità più dichiarata, più manifesta, ma che non è nella sostanza molto diversa da quella che poi tutti noi siamo chiamati ad affrontare nel corso della vita, insomma… perché poi la vita cambia.. cambia le nostre esistenze, succedono tante cose e anche noi, poi, ripeto ci troviamo ad avere a che fare con situazioni che non avevamo preventivato e quindi, questo secondo me, a partire dalla propria esperienza può essere sempre un modo per capire gli altri!”
A.M.: “Io aggiungo che può essere molto importante,.. lo è stato per me, nella mia esperienza personale, ascoltare i racconti di chi ha affrontato delle difficoltà, tutti noi affrontiamo delle difficoltà, c’è chi affronta delle difficoltà particolarmente importanti in quei casi si scoprono delle cose, si manifestano anche dei comportamenti che non ci aspettiamo… quindi, comunicare, raccontare anche attraverso la radio potrebbe essere importante da questo punto di vista.”
V.B.: “ Si, perché trasmette esperienza, trasmette emozioni e.. è sempre sai, condividere alcune situazioni con altri, sapere che anche qualcun altro ha vissuto la nostra esperienza, un esperienza simile alla nostra.. sai, poi quando hai a che fare con dei disabili che veramente hanno affrontato prove della vita importante, allora questo.. già ridimensiona tutto, rimette in ordine una, una scala di valori, una gerarchia nostra personale.. allora, il confronto è sempre utile e anche per, per capire, capire dove siamo e con chi, con chi ci relazioniamo e quali devono essere i giusti, i giusti rapporti. Il.. per questo che chi ha la disabilità, la disabilità deve essere evidente nella nostra società a differenza di quanto avveniva prima che invece era nascosta.. più è evidente, più i disabili sono una risorsa per noi!”
MUSICA CONCLUSIVA (si conclude con la musica allegra dell’apertura)
(voce digitale che saluta e invita a contribuire liberamente con suggerimenti e proposte scrivendo al sito della trasmissione)
Questa puntata si chiude qui.
Oltre le barriere” è una trasmissione ideata e condotta da Andrea Ferrero e Andrea Mameli per Radio X Cagliari Social Radio.



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